MULTI 2000

 

 


                                                                                      
MULTI - 2000 

 

Ricetrasmettitore per 2 m. 200 canali per SSB/CW/FM in isofrequenza con shift per ponti in FM.  Potenza 10W e 1W. Alimentazione a 230 V AC e/o 13,8 V DC.  

Onorio Cenni I4CIV

Breve cronistoria   

Recentemente la mia attenzione si è concentrata su un ricetrasmettitore che avevo da qualche tempo sul mio scaffale delle apparecchiature e di cui sono entrato in possesso grazie ad un regalo di un amico. Questo apparato fa parte della storia delle telecomunicazioni, dato che ha ben 45 anni e proviene da un paese che ha fatto dell’elettronica un vero punto di forza del suo sviluppo economico, il Giappone.

Tale ricetrasmettitore è il Multi 2000 e nella prima pagina del suo manuale troviamo un’entusiasmante presentazione che voglio riportare per intero: “Il Multi 2000 è un transceiver di super-alta-classe costruito da Fukuyama, azienda specializzata nella realizzazione di apparati per comunicazioni. Per produrre questo apparato, nella banda dei 144 MHz a multicanali di frequenza con emissioni in FM/SSB/CW, abbiamo utilizzato le nuove tecnologie elettroniche. Siamo convinti che questo professionale e onnipotente transceiver per i 2 m possa dare grande soddisfazione a tutti gli utilizzatori dai principianti ai veterani”.

La Fukuyama Electtronics co. Ltd, che oggi non esiste più, fu fondata nel 1950 del secolo scorso con sede ubicata a Hoya-City, Tokyo (J). Nel corso degli anni questa azienda ha prodotto diversi apparati ricetrasmittenti specificatamente dedicati per uso radioamatoriale. Alcuni di questi apparati non sono mai stati commercializzati in Italia dal momento che non è mai stata fatta pubblicità sulle riviste specializzate nel settore dell’elettronica. Come noto, nel periodo a cavallo fra gli anni sessanta/settanta, la maggior parte degli apparati, per i 2 m, prodotti per i radioamatori erano realizzati per trasmettere e ricevere solamente in modulazione di frequenza. Per citarne alcuni costruiti da Fukuyama possiamo ricordare Il Multi Palm II, un palmare dalle dimensioni molto piccole per quei tempi e per questo definito Poket transceiver; poi un altro apparato, il Multi 8, da utilizzare come stazione base, sempre per i 2 m ed in modulazione di frequenza che disponeva di 24 canali. Questo apparato poteva essere abbinato al Multi VFO, con sintonia continua, che era stato realizzato con le stesse dimensioni fisiche. Poi, sempre dalla stessa azienda, fu prodotto il Multi U11 ancora per i 2m e solamente in modulazione di frequenza. Per quanto riguarda la produzione di apparati ricetrasmittenti con ricezione e trasmissione multimodo dobbiamo aspettare l’anno 1974, anno di costruzione del Multi 2000, che andremo ad esaminare. A conclusione di questa breve cronistoria dopo il Multi 2000, per il quale nel corso della produzione, sono state fatte alcune migliorie, risulta siano stati prodotti almeno altri due apparati multimodo, apparati che hanno seguito l’evoluzione tecnologica con nuove funzionalità. Così viene prodotto il Multi 2700 transceiver  per FM/SSB/CW e con 10 Watt di potenza munito di un VFO per una sintonia continua su tutta la gamma dei 2 m, a questo apparato fa seguito il Multi 750A/E sempre funzionante sulla gamma dei 2 m e con emissioni FM/SSB/CW, che dispone di due livelli di potenza in uscita pari a 1/10 Watt e due VFO oltre ad un display digitale di colore verde, indispensabile per una precisa e comoda lettura della frequenza.   

La prima versione dei transceiver Multi 2000 per 2 m all-mode FM/SSB/CW, senza l’AM perche già a quei tempi cominciava ad essere in disuso, 1-10 Watt e 200 canali è apparsa sul mercato italiano alla fine dell’anno 1974 (foto n 1)


Infatti la prima inserzione pubblicitaria che ho avuto modo di riscontrare è apparsa nel mese di dicembre 1974 su Radio Rivista quale organo ufficiale dei radioamatori italiani. Su due facciate della stessa rivista, il Multi 2000, veniva pubblicizzato da ben tre rivenditori italiani. Uno di questi rivenditori, era anche l’importatore e distributore per l’Italia. Purtroppo nessuno di questi dichiarava il prezzo di vendita ma suppongo fosse piuttosto elevato. Così giusto per avere qualche idea su prezzi, praticati nel periodo, per gli apparati ricetrasmittenti, si può fare un confronto prendendo come riferimento un apparato del quale ho la certezza del prezzo pagato. Si tratta del Belcon Liner 2 un piccolo transceiver per uso mobile (Rif. 1). Questo RTX, che era stato prodotto alcuni mesi prima del Multi 2000, aveva solo l’emissione in SSB su di una fetta di frequenza a copertura continua da 144.100 MHz a 144.330 MHz. La variazione della frequenza avveniva mediante la rotazione di un selettore per mezzo del quale si selezionavano 24 canali e su ognuno di essi, per mezzo di un VXO, si poteva variare la frequenza centrale del canale selezionato da +/- 6 kHz rispetto la frequenza centrale del quarzo di riferimento. Con questo artificio si otteneva, un’ottima stabilità di frequenza pari a quella dei quarzi utilizzati e la copertura continua della frequenza all’interno della banda di funzionamento. Ebbi modo di acquistare Il Belcom Liner 2 nella primavera del 1974 congiuntamente ad altri quattro amici radioamatori e per l’acquisto in blocco trattammo per avere uno sconto. Il prezzo che pagammo fu esattamente di 242.000 lire, per ogni apparato, e lo sconto ci fu praticato perché ne avevamo acquistati contemporaneamente cinque.        

Da queste considerazioni si può supporre che il prezzo del Multi 2000 non fosse economico e che potesse attestarsi ad un valore di circa tre/quattro volte in più rispetto a quello del Belcom. Ad oggi, quest’apparato che ha ben 45 anni di vita, credo si possa acquistare per meno di 100 Euro, ammesso che sia possibile trovarne alcuni ancora in buono stato e funzionanti regolarmente.

Dopo questa premessa vediamo quali sono le caratteristiche essenziali dichiarate:

1)      Frequenza di trasmissione/ricezione da 144 a 146 MHz con copertura continua in 200 canali da 10 kHz e variazione mediante VXO -+ 7 kHz per canale.

2)      Ricezione a singola conversione con media frequenza di 16,9 MHz per SSB/CW e S/N 10 dB e 0,3 microvolt input; doppia conversione di frequenza per FM con prima media frequenza a 16,9 MHz e seconda media frequenza a 455 kHz e S/N 30 dB e 1 microvolt input.

3)      Selettività in SSB oltre 2,4 kHz (a -6 dB) e meno 4,4 kHz (a -60 dB); in FM oltre 15kHz (a -6dB) e meno 20 kHz (a -60 dB).

4)      Potenza di uscita in RF alta 10 W per SSB/FM - bassa 1 W solo per FM.

5)      Attenuazione delle armoniche > 60 dB.

Il ricetrasmettitore può essere alimentato sia in tensione alternata AC a 230 Volt che in tensione continua DC a 13,8 Volt con corrente massima 3,2 A. L’alimentatore è del tutto convenzionale, il trasformatore di alimentazione ha il primario a 230 V. Le tensioni in uscita dal secondario sono stabilizzate con diversi valori di tensione. L’apparato si presenta con una costruzione solida ed affidabile dalle misure di 340 x 290 x 85 mm e dal peso di 7 kg. I comandi sono ben posizionati in modo ergonomico ( foto n 2). 


Tutta l’elettronica è racchiusa in un contenitore metallico di colore grigio scuro con il frontale di colore nero, l’aspetto è elegante, tanto da assomigliare a quei preamplificatori di bassa frequenza, dalla linea inconfondibile, che venivano costruiti negli anni settanta. Sul pannello frontale troviamo i comandi essenziali, partendo da sinistra a destra il pulsante TEST, che serve per mandare l’apparato in trasmissione a portante fissa per eseguire eventuali accordi. A fianco di questo si trova un interruttore con la scritta NB con il quale si attiva il noise-blanker, subito sotto c’è un altro interruttore POWER LO-HI per mezzo del quale è possibile selezionare la potenza di 1 o 10 Watt.  Continuando nella descrizione ci sono due strumenti di colore verde, il primo serve ad indicare la centratura della sintonia FM mentre l’altro ha una duplice funzione; in ricezione funziona da S-meter ed in trasmissione indica la potenza in uscita. Alla destra degli strumenti ci sono tre selettori per impostare la frequenza, con a fianco un commutatore per la selezione dei canali simplex o duplex. Riprendendo da sinistra verso destra, sulla fila sottostante, è presente il connettore per l’ingresso del microfono, a fianco il potenziometro RF GAIN per la regolazione manuale della sensibilità in ricezione. Seguono tre potenziometri, il primo regola il RIT, quello a fianco AF GAIN e l’altro lo SQUELCH. Con il commutatore a fianco è possibile selezionare il tipo di emissione: FM stretta o larga, SSB e CW poi a seguire il potenziometro del VXO. L’interruttore di accensione ON-OFF è in basso sulla destra ed un LED di colore verde si accende in ricezione, mentre in trasmissione si accende il LED di colore arancione. Sul pannello posteriore abbiamo due prese Jack, una per la collegare la cuffia o un altoparlante esterno, l’altra  presa per collegare il tasto CW. A fianco si trova una presa a 4 poli per l’alimentazione dell’apparato in AC e DC, poi ancora un connettore Socket a 9 poli con uscite per diverse funzioni. Per ultimo il connettore di antenna con presa SO239.

Dallo schema a blocchi di (figura n 1) possiamo vedere a grandi linee le parti che compongono l’apparato in modo da poter analizzare brevemente le funzioni delle varie sezioni per avere un’idea del funzionamento dell’apparato.


a)      Sezione ricevente

Il ricevitore, tradizionale per quei tempi, è realizzato mediante un circuito supereterodina a singola conversione per la ricezione in SSB mentre è a doppia conversione per la ricezione in FM (foto n 3). 

 

 Il segnale proveniente dall’antenna è applicato allo stadio amplificatore di radiofrequenza composto da un Mosfet 3SK40 ed un  2SK19, quest’ultimo FET ha in uscita un filtro passa banda composto da tre induttori ad elica accordati sulla frequenza di ricezione. I due stadi amplificatori ed il filtro servono per migliorare il rapporto S/N ed il rapporto segnale/frequenza immagine del ricevitore. Il guadagno degli amplificatori RF viene regolato dalla tensione di controllo automatico di guadagno (AGC), mediante una tensione generata nel circuito di media frequenza. Il segnale amplificato è iniettato nel primo stadio mescolatore che usa Mosfet 3SK40, qui è miscelato con la frequenza di 127,1 a 129,1 MHz in uscita dal sintetizzatore VCO e lo converte alla frequenza intermedia di 16,9 MHz per entrare nel filtro a cristallo a 16,9 MHz comune sia per la ricezione in SSB/CW ed FM. Di seguito questa uscita di media frequenza viene separata fra SSB ed FM. Il segnale per FM entra in un secondo mixer che usa un 3SK40 e viene miscelato con la frequenza di 16,445 MHz per essere convertito a 455 kHz. Il segnale a 455 kHz, prima di entrare nella catena degli amplificatori di media frequenza, passa attraverso un filtro ceramico a 455 kHz, mentre per la SSB/CW il segnale della prima media frequenza entra in un filtro a cristallo da 2,4 kHz. Il segnale USB dopo il filtro è amplificato in media frequenza mediante tre stadi che utilizzano tre 2SC839. Infine questo segnale, dopo essere stato demodulato a livello audio, dal rivelatore a prodotto, entra negli stadi di amplificazione di bassa frequenza, allo stesso modo, dopo essere stato demodulato, il segnale audio relativo alla FM entra negli stessi stadi di amplificazione di bassa frequenza. L’uscita audio in bassa frequenza è di circa 2 W su di un altoparlante interno di 92 mm.    

 

b)      Sezione trasmittente

Lo stadio modulatore, con l’ingresso per un microfono di impedenza di 600 ohm, impiega tre transistor 2SC839 per ottenere una discreta amplificazione. Il modulatore per la SSB usa lo stesso metodo di quello impiegato per la FM a banda stretta ed ha implementato un circuito “clipper” realizzato con due diodi 1N60, al clipper fa seguito un filtro di bassa frequenza in grado di ridurre, di 12 dB per ottava, le frequenze sopra i 3 kHz. Il clipper ed il filtro hanno lo scopo di prevenire la generazione di “splatter” e di limitare la banda audio passante. L’oscillatore generatore di portante impiega un 2SC839 controllato a cristallo che oscilla a 16,8995 MHz in modo da poter successivamente generare la banda laterale superiore USB. Dato che la conversione di questo eccitatore è effettuata per somma, usando un cristallo di quarzo con la frequenza sopraindicata avremo la generazione della USB che si ottiene mediante il  modulatore bilanciato composto da quattro diodi posti ad anello, successivamente il segnale USB a 16,9 MHz passa attraverso un filtro a cristallo YF169 per poi essere di seguito amplificato mediante il transistor 2SC839. Per poter ottenere la copertura di frequenza da 144 a 146 MHz, il segnale USB a 16,9 MHz è miscelato, mediante il mosfet 3SK40, con il segnale variabile in frequenza da 127,1 e 129,1 generato dal sintetizzatore VCO. Infine seguono i moduli amplificatori per la frequenza 144-146 MHz di cui uno è composto da due transistor polarizzati in classe A mentre l’altro è composto da tre stadi di amplificazione in classe B lineare che impiega come transistor finale di potenza un 2SC1177 (foto n 4). Al termine della catena di amplificazione segue un filtro passa basso, la potenza di uscita dopo il filtro è di 10 W PEP. Per ottenere l’emissione in CW, la portante viene generata “sbilanciando” il modulatore bilanciato e  contemporaneamente viene prodotta la nota a 800 Hz. La modulazione di frequenza si ottiene modulando il diodo varicap del sintetizzatore VCO mediante il segnale di bassa frequenza in uscita dal modulatore.

 

c)       Sintetizzatore di frequenza

La frequenza, suddivisa in canali, viene impostata per mezzo di tre selettori posti verso destra sulla parte alta del frontale del ricetrasmettitore. Il primo selettore di sinistra imposta i MHz, quello centrale i 100 kHz e quello di desta i 10 kHz. I selettori si possono impostare in modo indipendente per ottenere ogni combinazione di frequenza (foto n 5). 


 La regolazione fine della frequenza avviene mediante un VXO/RIT con una variazione di +/- 7 kHz rispetto alla frequenza impostata. A seguire analizziamo, in maniera semplificata, come avviene la generazione della frequenza di uscita dell’apparato ricetrasmittente che varia da 144 a 146 MHz mediante 200 canali spaziati l’uno dall’altro di 10 kHz. La generazione delle frequenze di ricezione/trasmissione dell’apparato si ottiene dalla somma del valore della IF (media frequenza) pari a 16,9 MHz con quella generata da VCO che varia da 127,1 a 129,1 MHz (foto n 6). 


L’oscillatore a quarzo di riferimento  è realizzato con un IC SN7400 che oscilla a 10 MHz, seguono altri tre IC SN7490 quali divisori di frequenza il primo IC divide per dieci per ottenere 1 MHz, il secondo IC per ottenere 100 kHz ed il terzo IC per ottenere i 10 kHz. Tale frequenza è il riferimento per il comparatore di fase, infatti questa viene applicata al comparatore di fase che utilizza un MC4044. L’oscillatore a voltaggio controllato è agganciato al quarzo, con regolazione fine della frequenza mediante il VXO/RIT, ed oscilla alla frequenza di 13,9 MHz per mezzo di un transistor 2SC1047. Questa frequenza viene moltiplicata per tre a 41,7 MHz con un altro transistor 2SC1047 e poi ancora, con altro transistor 2SC1047, moltiplicata per tre per ottenere 125,1 MHz. Un transistor 2SC1047 con funzione di mixer riceve sulla base la frequenza variabile da 127,1 a 129,1 MHz, mentre sull’emittore viene iniettata la frequenza di 125,1 MHz, le due frequenze si mescolano per ottenere una frequenza di differenza da 2 a 4 MHz che passa attraverso un “buffer” a quatto stadi ed un divisore programmabile. Gli impulsi contati si ritrovano alle uscite BCD in forma di codice binario disponibili per la decodificazione decimale e collegati ai rispettivi selettori. Ritornando al comparatore, sull’altro ingresso è applicata quest’ultima frequenza di 10 kHz proveniente dal divisore programmabile. All’uscita del comparatore di fase è disponibile una tensione di correzione, che dopo essere passata attraverso un filtro attivo passa basso, costituito dal transistor 2SK19, controlla il VCO. Il segnale in uscita dal VCO viene sincronizzato con la frequenza di riferimento e con quella proveniente dal fattore di divisione, se quest’ultima frequenza varia, la frequenza di uscita del VCO, mediante la tensione di controllo, si aggancia alla frequenza di riferimento con la stessa stabilità del quarzo.

 

Modalità di acquisizione dell’apparato

Da qualche tempo sono entrato in possesso di questo transceiver che ho avuto in dono da un caro amico, Antonio, il quale ha insistito perché lo accettassi. La sua insistenza era dovuta alle mie perplessità che avevo nei confronti di questo apparato che non è mai stato nell’elenco dei miei desideri. Il motivo era dovuto al fatto che avendo, in passato, posseduto un Belcon Liner 2 con variazione di frequenza a canali simile  a questo, ero rimasto poco soddisfatto per la difficoltà della sintonia. L’apparato, che all’interno riporta la data di collaudo del 13 settembre 1975 come si evince dalla foto n.3, per diversi anni è stato in possesso di questo mio amico che non lo ha mai usato, anche perché mancava il microfono ed il cavo di alimentazione. Quest’apparato esteticamente si presentava intonso senza un  graffio, internamente pulito senza la presenza di polvere. Incuriosito, ho cercato di informarmi  sulla sua provenienza. Questo mio amico mi disse che lo aveva avuto in regalo da un suo parente che lo aveva acquistato in un mercatino di antiquariato pagandolo poche migliaia di lire, ma non sapendo come usarlo lo aveva riposto in uno scatolone. Con la conoscenza di queste informazioni si può supporre che questo apparato, mancante di microfono, e dalle forme simili ai preamplificatori degli anni settanta, sia stato scambiato per quest’ultimo ed essere venduto assieme ad altri oggetti del passato, in quanto chi lo ha posseduto non l’ha saputo utilizzare. Da una ricerca in “rete” ho scaricato il suo manuale che ho trovato leggermente diverso dall’apparato in mio possesso perché prodotto in epoca successiva. Sulle prime versioni del Multi 2000 la regolazione del guadagno avveniva per mezzo di un interruttore con il quale si inseriva un attenuatore di 30 dB, mentre nell’apparato in mio possesso il guadagno RF si regola in modo lineare per mezzo di un potenziometro posto sul pannello frontale. Per l’FM risulta che ci siano state almeno tre versioni diverse di questo apparato. La differenza principale è nel selettore “canale” e del suo funzionamento. La prima versione ha cinque canali fissi e nessuna posizione duplex per i ripetitori, la seconda versione ha quattro canali fissi ed una posizione duplex per i ripetitori, mentre la terza versione ha tre canali fissi e due posizioni duplex per i ripetitori. L’apparato in mio possesso dispone di tre canali fissi e due posizioni duplex suddivise in down e up.

 

Descrizione delle prove

Dopo aver adattato la piedinatura  dei cavi provenienti da un microfono in mio possesso a quella del connettore microfonico dell’apparato ho provveduto ad accenderlo. L’apparato ha funzionato regolarmente in ricezione che in trasmissione, ma ulteriori verifiche erano necessarie per riscontrare il suo completo funzionamento. Per il momento non ho eseguito le prove strumentali che mi riservo di fare in un prossimo futuro. Al momento mi sono limitato ad ascoltarlo attentamente ed effettuare alcuni confronti con un altro apparato di cui sono certo del suo funzionamento. Indubbiamente i confronti fatti in ricezione e ad “orecchio” possono essere grossolani, imprecisi e soggettivi oltre che influenzati da preferenze personali, mentre quelli strumentali, se eseguiti correttamente, possono essere inconfutabili. Però sono convinto che aldilà dei valori numerici riscontrati, le radio debbono dare piacere e soddisfazione quando si usano. Molto spesso valori numerici e soddisfazioni possono anche non coincidere. Dopo aver affiancato l’apparato in prova con quello “conosciuto”ed averli collegati alla medesima antenna mediante un commutatore per uno scambio veloce delle antenne ho provveduto ad effettuare alcune prove di ascolto nelle varie condizioni.

Prove di ricezione

Il primo test:  Gamma di frequenza con pochi e bassi segnali. Il riscontro è stato che 9 volte su 10 ottenevo un ricezione più “cristallina”vale a dire più chiara e comprensibile sui segnali debolissimi al limite della comprensibilità che ricevevo sul Multi 2000 nei confronti dell’ FT736R Yaesu.  Il secondo test: Gamma di frequenza con qualche segnale debole ed un forte segnale locale a fondo scala sullo S-meter. Dopo aver sintonizzato la forte emissione mi sono allontanato di alcuni kHz dalla sua frequenza fino a che sul FT736R non ascoltavo più alcun rumore dovuto dalla presenza della suddetta stazione, poi ho eseguito la stessa prova sul Multi 2000 che però agli stessi kHz di distanza faceva ascoltare alcuni i disturbi sottoforma di rumore e scricchiolii che sparivano completamente quando mi allontanavo ulteriormente di altri 4 kHz dalla forte emissione. Il terzo test: Gamma di frequenza affollata durante un contest con presenza mista di forti e deboli segnali. Ho riscontrato, sia il rumore di fondo dell’apparato che la rivelazione dei segnali deboli essere migliore, anche se di poco, sul FT736 R rispetto al Multi 2000. Ho riscontrato inoltre sul Multi 2000 che in presenza di forti segnali la ricezione risulta quasi incomprensibile a causa della saturazione dell’audio di bassa frequenza, che invece non avviene sul FT736R. L’effetto di saturazione è da imputare al malfunzionamento del CAV/AGC dell’apparato, del quale dovrò verificare se si tratta di poca dinamica oppure la conseguenza dovuta dell’avaria di alcuni condensatori elettrolitici. L’inconveniente riscontrato può essere attenuato riducendo manualmente il guadagno dello stadio RF mediante il potenziometro posto sul pannello. Infine al posto dell’antenna ho inserito un carico fittizio da 50 ohm ed ho esplorato la gamma da 144 a 146 MHz alla ricerca di segnali spuri ed ho trovato solamente due segnali debolissimi ascoltabili in SSB (sono a 145.000 e a145.331). Mentre si può ritenere valida la sintonia a canali per emissioni in modulazione di frequenza tanto in simplex o quanto in duplex, per l’uso in SSB la sintonia a canali con l’esplorazione di alcuni kHz mediante VXO risulta molto scomoda e poco performante soprattutto quando è necessario uno spostamento di frequenza in maniera continua e veloce. Per sopperire, in parte, a queste mancanze ci fu un’azienda che realizzò un’apparecchiatura da abbinare al Multi 2000. Questa apparecchiatura  denominata DSC “Digital Scanner Computer” (foto n 7) venne pubblicizzata su di una rivista specializzata nel mese di marzo del 1977. Il DSC era un dispositivo completamente digitale ideato per essere usato in unione con il Multi 2000. Il DSC consentiva uno svariato numero di controlli, automatici e manuali, in sintesi poteva essere considerato come un VFO digitale con ricerca automatica e manuale ed indicazione digitale (display a led) della frequenza di operazione. L’inserzione o la disinserzione del DSC poteva essere comandata da un commutatore sul pannello frontale dello stesso DSC. Per l’applicazione dell’apparato, non prodotto da Fukuyama, era necessaria una modifica al Multi 2000 effettuabile presso la concessionaria di Roma o nei laboratori specializzati in tutta Italia. La connessione al Multi 2000 veniva effettuata tramite un connettore Cannon a 15 poli. Ma anche questo dispositivo, non avendo una manopola di sintonia, ebbe poco successo a causa del suo costo e delle modifiche che si dovevano eseguire in un centro specializzato.

 

Prove di trasmissione

Interessanti sono stati i risultati ottenuti dalla prove in trasmissione. Molto chiara e ricca di tonalità la modulazione in FM. Anche In SSB l’emissione è ben modulata molto chiara e ricca di note con toni medi tendenti verso l’acuto, l’occupazione di banda di frequenza è molto stretta ed assolutamente priva di spurie e splatters. La potenza misurata con il Bird su carico fittizio è di circa 1W in bassa potenza e di circa 10 W in alta potenza. Purtroppo in SSB e CW la potenza è di valore fisso e solamente di 10 W. Per quanto riguarda la stabilità di frequenza un confronto sul breve e lungo periodo ha evidenziato una lieve variazione di pochi Hz verso l’alto. Sufficientemente precisa l’impostazione della frequenza nonostante la mancanza di un display. Con l’impostazione, mediante la rotazione dei tre selettori, si ottiene il valore desiderato della frequenza su precise frequenze separate di 10 kHz. La risoluzione al kHz, più che apprezzabile all’epoca, si ottiene mediante la rotazione della manopola del RIT/VXO con tacche spaziate fra di loro di 1 kHz.

 

Conclusioni

Lascio a quei lettori, che fin qui hanno avuto la bontà di seguirmi, di trarre le proprie conclusioni. Da parte mia posso dire che questo ricetrasmettitore continuerà a rimanere intonso essendo in SSB poco pratico da usare. Sarà riposto sullo scaffale a fianco di altre apparecchiature costruite nello stesso periodo, nella speranza che queste possano continuare a raccontare, ancora per altri anni, il loro pezzo di storia del mondo delle telecomunicazioni.

                                                                                                                     I4civ.onorio@gmail.com

 

Rif. 1-  Radio Kit Elettronica n.4/2012 Belcom Liner 2 pagina 69.

             

La presente descrizione è stata pubblicata su Radio Kit Elettronica anno 2020 mese di gennaio a pagina 22

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