Multimetro AN/PSM-6

 


MULTIMETRO AN/PSM-6 

Onorio Cenni I4CIV

             i4civ.onorio@gmail.com

Caratteristiche

Il multimetro AN/PSM-6 è uno strumento portatile utile per l’analisi su circuiti elettrici ed elettronici.

Lo strumento è stato costruito per usi militari dalla Bruno – New York Industries Corporation e, nonostante la sua costruzione risalga agli anni ’60, permette ancora misure affidabili.


 La modalità di costruzione, adatta per usi militari, rispecchia quella del periodo. Il coperchio di chiusura è a tenuta ermetica e tutto il complesso risulta molto resistente alle sollecitazioni meccaniche ed elettriche (la foto 1 mostra lo strumento chiuso mentre nella foto 2 è visibile il contenitore in alluminio pressofuso, sul  cui fondo è stato incollato un foglio con lo schema elettrico dello strumento).


 Il cablaggio interno risulta eseguito su di una piastra in bachelite, con il metodo punto a punto fra i componenti; i commutatori per selezionare le varie funzioni, sono in robusta ceramica con contatti a molla argentati (nella foto 3 è visibile parte del cablaggio interno).  

Di questo strumento, che naturalmente si è evoluto nel tempo, ne sono state costruite tre versioni differenti: il PSM-6, il PSM-6A, ed il PSM-6B.

Lo schema del circuito di base cambia leggermente fra i modelli, come pure la disposizione dei componenti. Il modello A ha due batterie separate inserite nello stesso contenitore, mentre il modello B, più popolare, presenta una maggiore protezione sul microamperometro, una modifica al rettificatore ed un'altra configurazione per le batterie.

Lo strumento in mio possesso è il modello AN/PSM-6 (2°serie originale, ME-70A, serial number 1021) che riporta sul lato sinistro la dicitura U.S. Proprety (la foto 4 mostra lo strumento nella posizione di impiego).

 

 In questo articolo farò riferimento specificatamente al modello in mio possesso.

L’analizzatore è contenuto in un box di alluminio, con coperchio asportabile a tenuta stagna.

Le dimensioni complessive sono: Lunghezza 203 mm, Larghezza 162 mm, Altezza 116mm, Peso (con accessori compresi ma senza la batteria) 3,420 kg. Lo strumento dispone di una maniglia per un agevole trasporto, e la stessa, in fase di misura, può essere utilizzata ad inclinare lo strumento verso l’alto, in modo da avere una agevole lettura.

Un grande microamperometro, del diametro di 115 mm con fondo scala da 50 microampere, consente una facile lettura ed è fissato nella parte superiore del contenitore. Il microamperometro è a bobina mobile con nucleo magnetico munito di antichoc e dispone di una protezione contro i sovraccarichi per proteggerlo dalle inserzioni errate.

A valle del microamperometro ci sono due commutatori; con uno si scegliere la modalità di misura e con l’altro la portata. Al centro dei commutatori vi è posizionato un potenziometro che serve per l’azzeramento dell’indice dello strumento, mentre sotto il pomello del potenziometro si trovano le due boccole di colore nero e rosso da usare per l’inserzione dei puntali.

La batteria originale è inserita nello stesso contenitore ed ha un valore di tensione di 1,34 V e di 12,06 V.

Si tratta di una doppia batteria al mercurio, i cui ultimi esemplari sono stati costruiti negli anni ‘70. Questa batteria ha la caratteristica di mantenere costante la tensione di uscita durante la scarica. Per accedere alla batteria, che si trova all’interno sul lato sinistro, a fianco del microamperometro, occorre rimuovere il piano superiore dello strumento svitando le 14 viti  che lo fissano al resto del box.

La reperibilità della batteria originale e funzionante sarà sicuramente difficile se non impossibile. Quindi il tipo di batteria da 1,34 V e da 12,06 V può essere sostituito nel modo che andrò di seguito a descrivere perché, fortunatamente, il PSM-6 non richiede una tensione stabile. Infatti, quando viene usato per le letture in ohm, è prevista la possibilità di controllare manualmente l’azzeramento del microamperometro, in modo da compensare le possibili variazioni della tensione della batteria.

Per la tensione più bassa usare una torcia di tipo “D” da 1,5 V, mentre per quella da 12,06 V occorre mettere in serie una pila da 9 V (tipo telecomando) con altre 2 stilo tipo “AA” da 1,5 V, per ottenere una tensione complessiva di 12 V. Si raccomanda di rispettare la polarità e fissare le pile nel contenitore ed al termine richiudere lo strumento rimontando tutte le viti.

Vale sempre l’avvertenza, nel caso l’apparecchio dovesse rimanere inattivo per molto tempo di togliere le pile dal contenitore per evitare che un eventuale effetto di solfatazione delle stesse possa corrodere le molle dei contatti.

Si ricorda che la tensione più alta della batteria serve per misurare le resistenze sulla scala x10.000 ohm.

 


Accessori in dotazione

Nel vano del coperchio, (foto 5) a metà altezza dello stesso lungo il piano principale, è stato predisposto uno spazio per contenere tutti gli accessori in dotazione. Questo vano è richiudibile con un piano di allumino, il quale è incernierato da entrambi i lati ed è bloccabile con una molla a clips. Si tratta di un modo molto pratico per tenere in ordine e proteggere la dotazione degli accessori, che sono i seguenti (foto 6):

 

 

-          copia di puntali CX-2140A/U; uno rosso ed uno nero con clips a tulipano. Sulla punta dei puntali sono disposti due cappucci isolanti che debbono essere sfilati per l’esecuzione delle misure;

-          shunt multirange MX-1409/U quale moltiplicatore di corrente con due portate disponibili, una da 0÷2,5 A - DC ed una da 0÷10 A – DC;

-          moltiplicatore di tensione MX-1410/U che utilizzato nel range di tensione di 500 V permette una misura da 0÷5.000 V - DC con sensibilità di 20.000 Ω/V;

-          adattatore test MX-1411/U, fornisce una resistenza totale nel circuito quando usata nel range di 2,5 mA;      

 Sullo stesso piano di chiusura è incollato un foglio (Data Plate) nel quale viene definita l’accuratezza per tutti i range di misura e funzioni, ad eccezione di quelle annotate come influenzate dalla temperatura, ed è espressa sulla scala in percentuale. Le accuratezze riportate sono le seguenti:

 

                                           DC Ranges                                AC Ranges           

Oltre 25° C                         ±3%                                         ±4%

Sotto 40°C                          ± 6%                                        ±7%

Oltre 55°C                          ±5%                                         ±6%

 

 Note

100 µA SPECIAL DC – Accuratezza ±3% a +25°C

.5 V AC – Accuratezza non specificata, influenzata dall’ impedenza di sorgente.

OUTPUT – Accuratezza non specificata, influenzata dalla frequenza.

OHMS – Non operabile a – 40°C.

Sensibilità, AC volt:  1.000 Ω /V

Sensibilità, DC volt: 1.000 e 20.000 Ω/V   

Resistenza interna, 100 µA SPECIAL DC : 850 Ω.

 

Prestazioni:

V – DC Portate  0,5 – 2,5 – 10 – 50 – 250 – 500 – 1000 V scala di colore nero

V – AC Portate  0,5 – 2,5 – 10 – 50 – 250 – 500 – 1000 V scala di colore blu

A – DC Portate  0,5 – 2,5 – 10 – 50 – 250 – 500 – 1000 mA scala di colore nero

A – DC Portate  100 µA SPECIAL DC scala di colore nero

A – DC Portate 2,5 A – 10 A con shunt multirange scala di colore nero

Frequenza range 0 ÷ 30 kHz

Ohm in DC Portate: Costanti x1 x10 x100 x1.000 x10.000.  scala di colore verde

Output  Portate  0,5 – 2,5 – 10 – 50 – 250 – 500 – 1000

 

Modo d’impiego

Prima di effettuare qualunque misura occorre accertarsi che l’indice dello strumento sia in perfetta corrispondenza dello zero; se ciò non fosse, occorre smontare il vetro di protezione del microamperometro togliendo le tre viti di fissaggio e mettere a zero, ruotando con un cacciavite,  l’azzeratore posto alla base dell’indice.

Quando il valore da misurare non è noto, occorre usare come prima volta la portata di valore più elevata.

In mancanza del manuale, ho redatto queste note per un corretto uso dello strumento, mentre lo schema elettrico originale è disegnato su di un foglio incollato sul fondo del contenitore.

 

Misure di tensioni in DC

Ruotare il commutatore di sinistra sulla posizione DC- 20 kΩ /V, inserire la spina nera del puntale nella boccola nera di sinistra e quella rossa nella corrispondente boccola rossa, quindi ruotare il commutatore di destra sul valore di tensione di fondo scala corrispondente alla portata desiderata.

Leggere sulla scala DC e moltiplicare il valore per la costante corrispondente alla portata impiegata.

Per la portata di 5 kV usare il moltiplicatore di AT inserendolo in serie al puntale rosso. Il commutatore di destra va sulla portata di 500 V, leggere sulla scala DC da 0-500 e moltiplicare il valore x10.

   

Misure di correnti in DC

Ruotare la manopola del commutatore sinistro sulla posizione DC mA, la manopola destra sulla portata desiderata. Inserire i puntali nelle rispettive boccole. Leggere sulla scala DC e moltiplicare il valore per la costante corrispondente alla portata impiegata.

 

Misure di resistenza

Ruotare la manopola del commutatore sinistro sulla posizione OHMS, ruotare la manopola del commutatore destro sulla portata desiderata.

Cortocircuitare i puntali e portare l’indice dello strumenti a fondo scala (0 Ω), agendo sulla manopola del potenziometro situato nella parte centrale dello strumento.

Leggere il valore sulla  scala ohm e moltiplicarlo per la costante corrispondente alla portata impiegata. Nel caso non si riesca a portare l’indice dello strumento a fondo scala significa che le pile sono esauste.

 

Conclusioni

Nonostante i suoi anni lo strumento si difende ancora bene perché ha mantenuto inalterate le sue prestazioni; sicuramente il merito è anche di una attenta scelta dei componenti e di una costruzione robusta ed altamente professionale. Inoltre tutti gli accessori originali sono in buono stato.

Diversi test di misura hanno dimostrato la validità dello strumento. Riporto a titolo di esempio un analisi effettuata sul valore di una resistenza; alla temperatura di 23°C, per una resistenza del valore di 52,5 Ω, ho riscontrato una tolleranza di circa 1% a fronte di una calibrazione standard del 3%. 

Infine ha il pregio di essere classificato nella categoria degli strumenti “vintage” e fare bella mostra di sé in confronto ad altri strumenti realizzati nello stesso periodo.

                                                                                                                  i4civ.onorio@gmail.com

Allegati:

Foto 1 – strumento nella custodia

Foto 2 – contenitore in alluminio

Foto 3 – vista cablaggio interno

Foto 4 – vista strumento

Foto 5 – coperchio removibile

Foto 6 – accessori per le misure

 

La presente descrizione è stata pubblicata su Radio Kit Elettronica anno 2012 mese di gennaio a pagina 69

LNA (Low Noise Amplifier) ad alta dinamica con ATF54143 PER 144-432-1296 MHz

 

LNA (Low Noise Amplifier) ad alta dinamica con ATF 54143 per 144-432-1296 MHz 

 

                                                                                  Onorio Cenni  I4CIV, email: i4civ.onorio@gmail.com

 

Introduzione

Come noto, nelle comunicazioni radioamatoriali realizzate in VHF e frequenze superiori via troposcatter o per riflessione EME attraverso lo spazio,  le  performance del sistema ricevente, se ottimizzate, diventano determinanti per il successo di collegamenti altrimenti impossibili. Questi contatti “estremi” richiedono che il rapporto “Segnale/Rumore” (S/N) sia il più basso possibile. Essendo, questo rapporto, direttamente legato alla cifra di rumore è possibile migliorarlo realizzando  preamplificatori a basso rumore, chiamanti anche LNA, da poter inserire sullo stadio di ingresso dei ricevitori.

Dagli inizi degli anni settanta ad oggi ho realizzato diversi LNA col fine di ricercare una bassa cifra di rumore, un discreto guadagno ed un’ alta dinamica.

Il mio primo preamplificatore fu realizzato con il Mosfet 40673 della RCA, che collegai al front-end dei “telaietti della Philips” modificati per la banda dei 2m.

Per ridurre le perdite di ingresso ai minimi termini ed avere un elevato “Q” era importante usare linee risonanti in rame argentato da abbinare a dei costosi condensatori variabili in porcellana con filettatura micrometrica montati, in aria, all’interno di contenitori di ottone argentato poiché ogni perdita, espressa in dB, si traduceva in un pari aumento anch’esso in dB della cifra di rumore.

In queste realizzazioni come  non ricordare il Mosfet BF988 o il noto FET a singolo gate U310.

Poi, con l’avvento dei primi GaAsFET che montai su circuiti stampati e componenti in tecnologia in SMD, le cifre di rumore si attestarono su frazioni di dB e i guadagni superiori ai 20 dB. L’MGF 1302 essendo stato progettato per una bassa corrente, circa 10 mA per la migliore NF, presentava però il punto di compressione e la IP3 ( 3rd Order Input Intercept Point ) inferiore a quelle dei vecchi FET.

Impiegando invece GaAsFET di potenza, per esempio l’MGF 1801 che si potevano alimentare con una maggior corrente di drain, si otteneva una buona NF associata ad una elevata IP3.

Interessanti sono state le esperienze eseguite sul circuito sviluppato dal dottor David Norton mediante l’impiego di trasformatori a reazione negativa e moderni transistor bipolari che venivano fatti lavorare con correnti elevate. Tale progetto era in grado di fornire una elevata IP3 tale da soddisfare le esigenze di immunità alla compressione ed al bloccaggio dei forti segnali. Va comunque evidenziato che con i transistor disponibili all’epoca la cifra di rumore non poteva mai scendere sotto la soglia del decibel.

Oggi, grazie soprattutto allo sviluppo della telefonia cellulare e della tecnologia wireless, sono reperibili sul mercato ed basso costo componenti attivi in versione SMD le cui caratteristiche sono molto valide per la realizzazione di LNA nelle bande V-U-SHF. Allo stato attuale dell’arte componenti attivi della famiglia degli E-Phemt o dei  MMIC, hanno finalmente tutti i requisiti per la realizzazione di ottimi LNA. Da questi dispositivi si possono ottenere contemporaneamente e per un ampio range di frequenze, una bassa cifra di rumore, un alta dinamica, un buon livello di amplificazione oltre ad ottimo return loss in ingresso che in uscita.

In Internet si possono facilmente reperire diverse realizzazioni di LNA, le quali sono state progettate da esperti tecnici OM. Si tratta di progetti molto validi, facilmente ripetibili che permettono di semplificare notevolmente la loro costruzione.

Poiché recentemente anch’io mi sono affidato a questi progetti, nel seguito riporto alcune note sintetiche in merito ai risultati ottenuti, alle problematiche riscontrate nonché alle soluzioni adottate.

Tali note non hanno la pretesa di trattare l’argomento in maniera esaustiva, ma solamente di sfiorarlo con la speranza di poter suscitare ad alcuni la voglia di prendere il saldatore in mano ed a cimentarsi con soddisfazione alla costruzione di questi LNA, che consentono di ottenere con un livello medio di difficoltà, ed a costi estremamente contenuti, elevate performance.

Altre informazioni sono state desunte da “Application Note 1299 della Avago datasheet” (1), in modo che uno dei E-Phemt prodotto dalla stessa Avago, l’ATF 54143, possa fornire le migliori performance nella realizzazione di LNA per le frequenze dei 144 – 432 – 1296 MHz.

Questo E- Phempt è molto interessante poichè non necessita, al contrario dei FET tradizionali, di bias di gate negativo separato ma solamente di una tensione positiva di circa 0,6 V fra il gate ed il source per una corrente nominale di drain

Le caratteristiche ed il package dell’ATF 54143 sono indicate nella sottostante tabella 1.

 

  Tabella 1

 

Preamplificatore per i 144 MHz

 

Questo preamplificatore (foto 1) è in uso nella mia stazione già da alcuni anni con ottimi risultati. Il circuito può essere anche realizzato in “aria” ma ritengo possa essere un’impresa avventurosa con risultati non certi, pertanto consiglio di acquistare il circuito stampato e di eseguirne il montaggio come da indicazioni fornite


                         Foto 1 – L’LNA per i 144 MHz  inserito nel contenitore Teko mod. 392

Il progetto realizzato da Peter Hoefslott PA3BIY, è stato descritto su Dubus Informationen n.1/2002 (2) e ripreso con un articolo su RR n. 2/2007 da Michele Senestro I1TEX (3).

Mi risulta che L’LNA sia utilizzato da tantissimi DX-ers che operano sulla frequenza dei 144 MHz, sia via EME che via Tropo in quanto se ben realizzato risulta caratterizzato da un Input Return Loss = 12 dB, da  un Output Return Loss = 25 dB, e da un 3rd Order Input Intercept Point = + 4 dBm.)

PA3BIY è un ottimo DX-ers e detiene attualmente il terzo posto assoluto nella classifica della Toplist  dei 144 MHz.

Ho chiesto a Peter via E-Mail di inviarmi il circuito stampato ed il E-Phemt, non fornisce il Kit completo, ed egli senza nemmeno attendere di ricevere l’importo dovuto, ha provveduto a spedirmi quanto richiesto. La busta imbottita mi è pervenuta in meno di una settimana e conteneva oltre al PCB ed il E-Pempt anche le note per un corretto montaggio. Peter, inoltre, mi regalava un doppio diodo Pin in antiparallelo inserito in un unico case, il HSMP-3822 con il consiglio di collegarlo fra il centrale del connettore di antenna e la massa a protezione delle scariche statiche. Mi rassicurava inoltre che la sua inserzione non avrebbe peggiorato in alcun  modo la NF e tantomeno la dinamica.

Lo stampato, a doppia faccia con fori metallizzati, è realizzato in maniera professionale e riporta con serigrafia tutte le diciture e le posizioni dei vari componenti. Il montaggio e le saldature sono semplificate con l’impiego di componenti in tecnologia in SMD della serie 1206 che hanno dimensioni “più maneggiabili” rispetto alla serie 0806. (foto 2)

 

 

             Foto 2 – LNA per i 144MHz, sulla destra è visibile  la bobina del circuito di  ingresso.

 

Schema elettrico

Lo schema elettrico dell’LNA è indicato in fig. 2 e come si vede è il risultato una accurata progettazione


Figura 2 - schema elettrico

 

  Per ottenere le massime prestazioni occorre usare, nel circuito di adattamento di ingresso, dei condensatori a chip in porcellana ad alto Q tipo ATC 100 B ed un buon condensatore di sintonia con filettatura micrometrica tipo Johanson oltre ad una bobina in rame argentato da realizzare con filo del diametro di 2 mm ed avvolta su di un supporto di 10 mm di diametro.

Il circuito così realizzato permette di ottenere un buon compromesso fra selettività e perdite. PA3BIY ha  inoltre curato la controreazione, utile per il buon funzionamento dell’LNA, verificando tramite un adeguato programma di simulazione, il giusto valore di induttanza da inserire in serie ai terminali di soure del E-Phemt.

Si nota che a monte del circuito d’ingresso ed in serie al gate è stata inserita un rete L-R-C per rendere più stabile lo stadio amplificatore. La polarizzazione positiva del gate è ottenuta con un circuito attivo mediante l’impiego un transistor PNP che alimentato con la stessa tensione disponibile sul drain permette di mantenere la corrente costante al variare della temperatura. Si ricorda che una elevata corrente di drain fornisce una migliore linearità, questa, infatti, è stata fissata a circa 60 mA.

 

Montaggio

Seguendo la serigrafia il montaggio dei componenti non presenta particolari difficoltà, mentre occorre una certa attenzione nella saldatura del Phemt; per quest’ultimo è preferibile usare un saldatore alimentato a batteria. Solitamente per lavorare utilizzo un saldatore alimentato a 24 V con un trasformatore a doppio isolamento, che però al momento di saldare i piedini viene distaccato dall’alimentazione e collegato a massa assieme allo stilo del  saldatore e la pinzetta utile per il posizionamento del componente. 

A lavoro ultimato ho inserito lo stampato in una scatola di lamierino stagnato della Teko mod. 392 fissandolo alla stessa mediante 5 viti da 3MA con i rispettivi dadi avvitati sul piano di massa.

Ho anche saldato i diodi Pin, così come consigliato da Peter, fra il centrale del connettore e la massa del contenitore.   

I connettori usati sono un N maschio sull’ingresso ed un N femmina sull’uscita e sono saldati sulle pareti opposte della scatola. L’N maschio sull’ingresso mi permette di collegare direttamente senza l’aggiunta di altri cavi l’LNA sul connettore  N femmina del relè coassiale di antenna. Si tratta di un relè di buona qualità con isolamento fra gli ingressi maggiore di 60 dB che ho posto all’interno di una scatola stagna per impianti elettrici  posizionata in mansarda e fissata sulla parte più alta del palo di sostegno della mia antenna che entra nel sottotetto. In questo modo ho ridotto al minimo la lunghezza di un cavo coassiale a bassa perdita che collega il dipolo dell’antenna yagi al relè coassiale. L’LNA in mansarda è molto comodo in caso di sostituzioni o verifiche oltre al vantaggio della protezione dei componenti alle intemperie.

Un problema comune a tutti gli LNA è la possibile distruzione a causa dell’eccessiva potenza al terminale di ingresso specialmente se questo è usato in unione ad un trasmettitore di elevata potenza. E’ possibile prevenire questo inconveniente usando un relè coassiale con il più alto isolamento tra le porte.  Per la potenza massima consentita dalla licenza di OM è comunque sufficiente una attenuazione di almeno 60 dB ed il relè deve commutare dalla ricezione alla trasmissione  mediante una logica gestita da un ciclo sequenziale.

Sull’uscita dell’LNA e prima dell’ingresso al ricevitore, ho inserito un filtro passa banda. Si tratta di una doppia cavità reperita fra il surplus  parecchi anni fa. La cavità è stata descritta su questa rivista RadioKit n. 3/95 (4). L’attenuazione data dall’inserzione del filtro è irrilevante e la selettività eccezionale. In ogni caso, vista la difficile reperibilità di questo modello, anche l’inserzione di altri tipi di filtri passa-banda di buona fattura è sempre consigliabile.

 

Taratura  

Per la taratura  è buona  norma collegare l’ingresso e l’uscita sul carico di 50 ohm e una volta data l’alimentazione al circuito occorre verificare la corrente assorbita dal drain che deve essere quella  indicata sulle specifiche di progetto, inoltre aprendo e chiudendo il coperchio della scatola non si debbono osservare cambiamenti di guadagno o variazioni di corrente. Il mio montaggio è risultato incondizionamente stabile e tale deve essere poiché il progetto viene dichiarato con un k > 1. La taratura può essere eseguita, senza particolare strumentazione, in maniera abbastanza precisa regolando il condensatore di ingresso per il massimo segnale ricevuto da un debole beacon. Naturalmente la minor NF si potrà ottenere con adeguati strumenti di misura calibrati.

 

Risultati ottenuti

Il prototipo è stato testato con la valida collaborazione di Bruno IW0BFZ e Sandro I0JXX al XXIV Symposium Tecnico Scientifico promosso dalle sezioni ARI di Terni-Orvieto il 17 maggio 2009.   

Il Noise Analyzer della Agilent mod. N 8973 A con un range di frequenza da 10 MHz a 3 GHz è stato calibrato alla temperatura ambiente di circa 22 gradi centigradi alla frequenza di 144.300 MHz.

I valori misurati sono i seguenti: Noise Figure = 0,45 dB; Guadagno = 23,2 dB.

  

 

Preamplificatore per i 432 MHz

 

 Visti gli ottimi risultati ottenuti dal preamplificatore  per i 144 MHz ero deciso di realizzare lo stesso per i 432 MHz modificando solamente i valori di alcuni componenti.

Era sufficiente riadattare il circuito di ingresso e di uscita per questa frequenza così come era necessario ridurre i valori delle induttanze di controreazione in serie ai source ed al gate del ATF 54143.

Le modifiche che avevo pensato le vidi già realizzate con successo da parte di OZ1PIF Peter Frenning, il quale le aveva descritte sulla rivista Dubus Informatione n.4/2006 (5), e nel suo sito Internet (6).    

Ero comunque interessato ad altre esperienze con l’ATF 54143. Trovai così, su internet, un progetto realizzato da G0MRF David Bowman originariamente per i 70 cm e poi per i 435 + 1296 MHz. (7). Lo schema è stato presentato anche su RR 4/2008 e RR11/2008 da parte di Roberto Butori IW5BSF (8).

Decisi di realizzarlo e pertanto contattai via E-mail David il quale mi inviò un kit completo, con le istruzioni per il montaggio, oltre ad un altro PCB. Il kit completo non comprende i connettori il condensatore passante ed il contenitore.

La busta imbottita impiegò, dalla partenza, 7 giorni per essere recapitata a destinazione.

Lo stampato o PCB è realizzato su laminato comune FR4 dello spessore di 0,031 inch pari a 0,78 mm, a doppia faccia e passivato con sali di argento in soluzione di cianuro. I ritorni di massa sono ottenuti con fori metallizzati. Purtroppo però la mancanza di una serigrafia, che riporti le diciture e le posizioni dei vari componenti, richiede una maggiore attenzione nel posizionare i componenti in tecnologia SMD della serie 0806.

  Figura 3 - schema elettrico

   

Schema elettrico

Lo schema elettrico dell’LNA è indicato in fig. 3.

Il circuito di ingresso a linee provvede all’adattamento di impedenza a 50 ohm per la migliore cifra di rumore, il filtro passa alto riduce il guadagno sotto la frequenza operativa ed è valido anche per i segnali in banda 2m. Un’adeguata controreazione si ottiene variando, con un punto di saldatura sullo stampato, il valore dell’induttanza da inserire in serie ai terminali di soure del E-Phemt.

L’addizionale induttanza può avere un effetto pronunciato sulle performance dell’amplificatore. Alcuni degli effetti indesiderati sono il cut-off-band, scarso guadagno e  basso return-loss di ingresso ed uscita riferito a 50 ohm. Mentre gli effetti benefici includono il miglioramento del return-loss e cioè basso SWR ed elevata stabilità. Queste induttanze su PCB sono a bassa perdita e a differenza delle resistenze non generano rumore. 

La polarizzazione positiva del gate è ottenuta con un circuito attivo mediante l’impiego un transistor PNP che alimentato con la stessa tensione disponibile sul drain permette di mantenere la corrente costante al variare della temperatura. In questo progetto il dispositivo è polarizzato per una corrente di drain di circa 30 mA.

 

Montaggio

Prima di intraprendere le saldature dei componenti SMD sullo stampato consiglio di tirare a lucido le piste strofinando, con un panno di cotone asciutto, le parti passivate che esposte all’aria col tempo tendono ad ossidarsi e rendono più difficili le saldature dei componenti sul PCB.

Ricordo che tali saldature debbono essere eseguite con pochissimo stagno e presentarsi lucide e fluenti e pulite dai residui lasciti dalla fusione dello stagno.

Al termine delle saldature, occorre verificare con una lente di ingrandimento la rispondenza dei componenti saldati con lo schema elettrico.(foto 3)

 

                    Foto 3 – LNA per i 432MHz, sulla sinistra è visibile  il circuito di  ingresso.

 

Lo stampato è stato inserito in un contenitore realizzato con lamierino di ottone argentato delle dimensioni di 57 x 36 x 28 mm. Il piano di massa del circuito è saldato, da entrambi i lati, alle pareti del contenitore lungo l’intero perimetro. Il piano delle microstrip è spaziato di 13 mm dal bordo superiore del contenitore.

Il connettore coassiali per l’ingresso è di tipo SMA (femmina) con flangia direttamente saldata alla parete del contenitore, mentre ho usato un connettore BNC (femmina) verso l’uscita.

L’alimentazione avviene al terminale di un condensatore passante da 1nF che ho fissato con vite filettata sulla parete laterale a fianco del connettore di uscita. L’altro capo del passante collega, mediante un diodo, l’ingresso del 78L05ACM  in tecnologia SMD quale stabilizzatore dei 5 V. Il diodo che ho inserito, non previsto nel progetto originale, protegge l’LNA dalle inversioni di alimentazione. Non ho montato l’impedenza L5 da 270 nH in quanto nessuno dei miei preamplificatori viene alimentato attraverso il centrale del cavo coassiale.

Grazie all’alta IP3 del dispositivo attivo in ingresso è stato previsto solamente un blando filtraggio ma è opportuno inserire sull’uscita dell’LNA un filtro passa-banda a basse perdite ed alta selettività onde evitare sovraccarichi al ricevitore. Personalmente adopero un filtro surplus a doppia cavità tarato per la frequenza in uso e simile a quello installato per  la frequenza dei 144 MHz.

Il filtro in uscita influenza solo minimamente la NF totale del sistema poiché anche la minima perdita che esso introduce viene attenuata dal guadagno dell’amplificatore stesso. Dopo il preamplificatore ci possiamo permettere anche una perdita per attenuazione tanto più alta quanto maggiore è il guadagno dello stadio amplificatore. Questa affermazione può essere verificata   applicando le formule di Friis.

 

Verifica del funzionamento  

Trattandosi di un circuito montato su microstrip (no tune) non è previsto alcun tipo di taratura ma solamente la verifica del regolare funzionamento. Dopo aver collegato l’ingresso e l’uscita su di un  carico di 50 ohm ed alimentato il circuito si deve verificare che la corrente assorbita dal drain sia quella indicata dalle specifiche di progetto, inoltre togliendo e chiudendo il coperchio della scatola non si debbono osservare cambiamenti di guadagno o variazioni di corrente.(foto 4)


                 Foto 4 - Verifica assorbimento di corrente e stabilità del LNA per i 432 MHz

 

All’inizio delle verifiche, i risultati ottenuti sono stati inferiori alle attese nonostante il montaggio fosse stato curato al meglio. L’LNA non risultava incondizionamente stabile presentando un K, (fattore di stabilità di Rollet), < 1 (l’amplificatore oscilla per certe combinazioni di impedenze di sorgente o di carico) ed una NF peggiore di quella dichiarata nelle specifiche.

Dato che ero a conoscenza che le addizionali induttanze poste in serie al source potevano avere effetti pronunciati sulle performance dell’amplificatore, ho variato il valore delle stesse.

Lo stampato infatti è stato disegnato per avere una induttanza variabile da collegare ai source. Ciascun terminale di source è connesso ad una linea in microstrip che può essere connessa a massa, con una “paglietta” in ogni punto lungo la linea. Dopo alcuni tentativi ho trovato la giusta induttanza per ciascun source posizionando il corto mobile ad una distanza approssimata di 3,0 mm. Tale distanza va misurata a filo dal piedino fino al più breve punto di massa. La parte di induttanza deve essere rimossa tagliando la parte inutilizzata. Il circuito aperto di stub può causare oscillazioni ad alta frequenza. 

Dopo queste modifiche l’ LNA risultava incondizionatamente stabile oltre a presentare una migliore cifra di rumore.

La NF sull’ingresso è diminuita ulteriormente sostituendo C1 e C2 con dei condensatori a chip in porcellana ad alto Q tipo ATC 100 B, il valore di C2 è stato cambiato da 68 pf a 470 pf, mentre sul condensatore C3 da 1 nF ho saldato un altro condensatore in parallelo da 10 nF. Le impedenze L1 ed L4 sono state sostituite con altre di maggior “Q” e realizzate con filo di rame argentato.

Queste sono formate da 3 spire del diametro di 0,8 avvolte in aria su diametro di 3 mm, questi valori teorici, ottenuti da un programma di simulazione, sono risultati validi anche all’atto pratico. 

Inoltre, la corrente di drain è stata aumentata da 30 mA a 60 mA allo scopo di ottenere una migliore linearità. Questo nuovo valore di corrente si è ottenuto diminuendo la resistenza R5 da 47 Ω a 23,5 Ω mettendone in parallelo un’altra da 47 Ω.

Infine per migliorare il  “K” ho aggiunto in parallelo ad L4 un resistore shunt. Tale resistore deve essere scelto accuratamente perché un valore troppo basso può diminuire la migliore condizione di intecept-point. Il valore di R9 calcolato a 330 Ω è risultato un buon compromesso

 

Risultati ottenuti

Questo prototipo è stato testato mediante il Noise Figure Meter della Hewlett –Packard mod. 8907B calibrato alla frequenza di 432,000 MHz alla temperatura ambiente di circa 29 gradi centigradi.

I valori misurati sono i seguenti: Noise Figure = 0,42 dB; Guadagno = 20,67 dB.

 

    

 Preamplificatore per i 1296 MHz

 

Poiché avevo a disposizione un altro PCB ho pensato di utilizzarlo apportando solamente alcune variazioni nei valori dei componenti impiegati per una migliore ottimizzazione alla frequenza dei 1296 MHz.

Va precisato che il normale laminato FR4 che ha una costante dielettrica bassa con valori generalmente compresi fra 4,3 - 4,8 non è consigliato per essere usato per frequenze superiori al GHz a causa delle maggiori perdite, sarebbe stato meglio utilizzare del laminato teflon con il quale avremmo potuto ottenere, in termine di NF in ingresso, alcune frazioni di dB in meno.

L’aspetto positivo, delle maggiori perdite del dielettrico, è che queste offrono una protezione contro gli eventuali inneschi quando, come in questo caso, si utilizza un dispositivo attivo.

 

Schema elettrico

Il filtro in ingresso del tipo passa-alto riduce il guadagno al disotto la frequenza operativa dove il “K” (fattore di stabilità) è più basso, inoltre la sezione ad “L” svolge anche la funzione di bias per il gate.

La tensione di bias è stata fissata anche in questo caso a 0,6 V. Con questo valore la corrente rettificata di gate è inferiore a 2mA con un input/power di 10 dBm. Inoltre la Ids  fissata a 60 mA, determina la migliore condizione di intercept-point.

Le capacità in serie C1 e C8 hanno la funzione di blocco della corrente continua.

Il “Q” dell’induttanza di shunt L1 è estremamente importante dal punto di vista delle perdite come pure quello dei due condensatori C1 e C2. Ricordo che qualunque perdita di accoppiamento in ingresso ha un impatto diretto sulla cifra di rumore. Bassi valori di “Q” incrementano la NF  e ciò va considerato attentamente.

Alle frequenze molto basse il gate è terminato resistivamente con la combinazione di R1 e C3, allo stesso modo R4-C5-C6-C7 provvedono, sempre per le frequenze basse, alla terminazione resistiva del drain quale aiuto alla stabilità. Inoltre con C5 del valore di 10 nF e C6 di 220 pf si ottimizza l’intercept-poit di uscita.

Per migliorare il  “K” ho aggiunto in parallelo ad L4 un resistore shunt.

Il valore di R9 calcolato a 330 Ω anche in questo caso è risultato un buon compromesso.

Il circuito integrato stabilizzatore dei 5 V in tecnologia SMD siglato 78L05ACM è stato sostituito con un 78M05 per avere una maggiore dissipazione di calore.

Quest’ultimo pur avendo una diversa connessione di soli tre terminali, può essere montato senza modificare le piste del PCB ma solamente  riducendo l’altezza dell’integrato accorciando i tre terminali piegandoli di 90° e saldandoli ai rispettivi pin dello stampato, lo stabilizzatore dovrà presentarsi parallelo al circuito stampato e con la scritta rivolta verso l’alto.

L’elenco dei componenti è riportato nella tabella sottostante.

 

C1 = 8,2 pf ATC 100B             R1 = 50 ohm                  TR1 = ATF 54143

C2 = 8,2 pf ATC 100B             R2 = 10 K                       TR2 = BC857b

C3 = 1nf                                    R3 = 1 K                         U1    = 78M05 

C4 = 10 nf                                 R4 = 10 ohm                   D1   = 1N4007

C5 =10 nf                                  R5 = 22 ohm                   U1   = 78M05

C6 =220 pf                                R6 = 1K

C7 = 8,2 pf                                R7 =  1,5 K

C8 = 8,2 pf                                R8 = 10 ohm

C9 = 10 microf                          R9 = 330 ohm

C10 = 10 microf

C11 = 100 nf

C12 = 10 microf

 

L1 = 3,3 nH 1,2 spire filo rame argentato diam. 0,8 mm su supporto diam. 3 mm

L4 = 5,6 nH 1,8 spire filo rame argentato diam. 0,8 mm su supporto diam. 3 mm

L6-L7 stampate su PCB

 

Montaggio

Durante l’esecuzione delle saldature consiglio di  prelevare, dalla propria custodia, un componente alla volta e di tenere lo schema da un lato e segnare con una matita ogni componente saldato sullo stampato, in questo modo si evitano possibili dubbi sul corretto valore o sulla corretta inserzione del componente.

Ricordo che tali saldature debbono esse eseguite con pochissimo stagno e presentarsi lucide e fluenti. Quando il PCB è completo di tutti i componenti previsti è necessario rimuovere il flussante, non consumato, dagli eventuali ossidi che assieme alle polveri, se non eliminate oltre a presentare una pessima estetica potrebbero comprometterne il funzionamento.

Anche questo circuito stampato è stato inserito in un contenitore realizzato con lamierino di ottone argentato delle dimensioni di 57 x 36 x 28 mm. Il piano di massa del circuito è saldato, da entrambi i lati, alle pareti del contenitore lungo l’intero perimetro. Il piano delle microstrip è spaziato di 13 mm dal bordo superiore del contenitore. Questa dimensione pare non sia critica anche perché con la chiusura del coperchio del contenitore non si notano instabilità del E-Phemt dovute ad accoppiamenti indesiderati per irradiazione e riflessione delle pareti metalliche da parte delle linee e delle bobine.

Il connettore coassiale per l’ingresso è di tipo N (maschio) con flangia direttamente saldata alla parete del contenitore, ed un connettore N (femmina) verso l’uscita.

L’alimentazione avviene al terminale di un condensatore passante da 1nF con vite filettata che ho fissato sulla parete laterale a fianco del connettore di uscita. (foto 5).


       Foto 5 – Piano di montaggio dell’LNA per i 1296 MHz e disposizione dei componenti SMD

        

Verifica del funzionamento

Anche per questo circuito montato su microstrip (no tune) non è previsto alcun tipo di taratura ma solamente la verifica del regolare funzionamento così come per il prototipo dei 432 MHz. Dopo aver collegato l’ingresso e l’uscita su di un  carico di 50 ohm si verifica che la tensione e la corrente assorbita dal drain sia quella sopraindicata. Il prototipo è stato testato con una Vd di 3,0 V ed una Id di 60 mA.

Aprendo e chiudendo il coperchio del contenitore, vale ripeterlo, non si debbono notare cambiamenti di guadagno o variazioni di corrente dovute alla instabilità del Phemt per causa di accoppiamenti indesiderati per irradiazione e riflessione delle pareti metalliche da parte delle linee e delle bobine. (foto 6 ).

L’LNA è risultato incondizionamente stabile presentando un K > 1 (cioè non oscilla con nessuna possibile impedenza di sorgente o di carico) questo perché avevo trovato, sullo stampato, il giusto valore di induttanza per ciascun source posizionando il corto mobile ad una distanza di circa 2,0 mm misurato a filo del piedino fino al più breve punto di massa.


             Foto 6 – L’LNA per i 1296 MHz inserito nel contenitore di ottone e coperchio in PCB

 

Risultati ottenuti

Anche questo prototipo è stato testato al XXIV Symposium Tecnico Scientifico di Terni-Orvieto.  

Il Noise Analyzer della Agilent mod. N 8973 A è stato calibrato alla temperatura ambiente di circa 22 gradi centigradi alla frequenza di 1.296,300 MHz.

La foto 6 mostra lo strumento usato con il grafico del guadagno e della cifra di rumore.

Il guadagno nominale è stato di 16,12 dB a 1296,300 MHz e la cifra di rumore di 0,85 dB.

Le migliori performance sono state riscontrate a 1255,00 MHz con un guadagno di 17,30 dB ed una cifra di rumore di 0,63 dB. Durante queste verifiche, il valore dichiarato sulla 3rd Order Input Intercept Point = + 4 dBm, non è stato misurato.

Successivamente ho eseguito alcuni confronti con altri LNA di caratteristiche note ed ho potuto rilevare, per questo progetto, una maggior dinamica. Mi riprometto quanto prima anche una verifica strumentale.

 

 Foto 6Grafico di NF e Gain  a 1296,300 MHz  su Noise Analyzer della Agilent mod. N 8973 A

 

Conclusioni

 Per questo prototipo, nonostante la cifra di rumore ottenuta sia molto valida per l’impiego terrestre, occorre però evidenziare che il basso costo dello stampato, eseguito su FR4, ha contribuito a peggiorare leggermente la cifra di rumore. Questa sarebbe stata sicuramente inferiore se si fosse utilizzato un migliore substrato. E’ noto che a frequenze elevate le perdite per attenuazione del PCB, dei connettori usati e la coniugazione delle linee per l’adattamento di impedenza vanno ad aggiungersi alla cifra di rumore intrinseca del componente attivo; questa per l’ ATF 54143 è di 0,3 dB alla frequenza di 900 MHz..

In termini di prestazioni della cifra di rumore è naturalmente possibile ottenere di meglio, va comunque rilevato che, anche nell’ipotesi ideale di poter raggiungere le stesse prestazioni intrinseche del dispositivo usato, nei collegamenti via troposcatter avremmo ottenuto un vantaggio in termini di S/N non percettibile.

Per ottenere valori di NF ancora più bassi, di quelli ricavati da questo progetto, ritengo sia necessario cambiare completamente la filosofia del montaggio.

In un ottica futura, si potrebbero minimizzare le perdite realizzando il circuito in aria, mediante l’utilizzo di linee argentate montate all’interno di un contenitore metallico fresato ed argentato ecc. Tutto ciò richiede la disponibilità di una adeguata attrezzatura meccanica e di una buona manualità. Inoltre è necessario avere a disposizione una valida strumentazione per la messa a punto dell’LNA. Questo perché i montaggi in aria non sono ripetibili come quelli realizzati su PCB, pertanto diventa fondamentale ottimizzare i parametri di S11 ed S22 al fine di ottenere il miglior return-loss sia di ingresso che di uscita; allo stesso modo si deve ottenere la massima stabilità ed il massimo guadagno poichè questi fattori sono influenzati dalla disposizione dei componenti e dagli accoppiamenti parassiti.

Credo che soddisfare i requisiti sopraindicati non sia alla portata di molti; invece le soluzioni qui proposte sono facilmente ripetibili e permettono di ottenere risultati certi ed a costi estremamente contenuti.

                                                                                        i4civ.onorio@gmail.com

 

Referenze:

(1) www. datasheetarchive.com/ATF54143-datasheet.com

(2) Dubus Informationen n. 1/2002 pag. 6 di Peter Hoefslott PA3BIY

(3) Radio Rivista n. 3/2007 pag. 90 di Michele Senestro I1TEX

(4) RadioKit n. 3/95 pag. 23 Filtro Passa Banda per VHF e UHF di Zelino Rossi I1RSX.

(5) Dubus Informationen n. 4/2006 pag. 54di Peter Frenning OZ1PIF

(6) www.frenning.dk/oz1pif.htm

(7) www.g0mrf.com/432LNA.htm

(8) Radio Rivista n. 4/2008 pag. 66 - Radio Rivista n11/2008 pag. 71 di Roberto Butori IW5BSF

 

La presente descrizione è stata pubblicata su Radio Kit Elettronica anno 2010 mese settembre a pagina 13 e mese di ottobre a pagina 9.

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